È già usata, strausata, abusata in ogni settore e momento.
Ma per la situazione che stiamo vivendo, assume senza ombra di dubbio un significato davvero fondamentale nel nostro frangente storico.
Nei settori produttivi industriali circola in varie accezioni, da molto tempo. Si parla di processi produttivi energivori, certo, ma anche di settori produttivi che vengono classificati come tali e che rientrano anche in specifiche linee guida e prospettive statali e internazionali.
In generale l’utilizzo di energia è il cuore pulsante di ogni apparato produttivo.
E l’approvvigionamento energetico è un punto focale della svolta che tutta la società deve attuare per affrontare consapevolmente i cambiamenti climatici e la lotta a favore del nostro Pianeta. Ma cosa si può fare, concretamente?
Energivoro significato
Energivoro nasce come neologismo nel 2008 (fonte Treccani) ed è un termine composto da due parti. La prima deriva dal nome “energia”, al quale è stato aggiunto il suffissoide -voro, che sta per “mangiatore” e deriva dal verbo latino vorare, ovvero ‘mangiare con ingordigia’ .
Come un bovino è un erbi-voro (un mangiatore di erba, di piante), come un leone è un carni-voro (un mangiatore di carne), così un macchinario può essere definito un energi-voro, ovvero un mangiatore di -grandissime quantità- di energia.
Sì, perché tutti i dispositivi attaccati a una presa elettrica, dalla TV di casa, alle fotocopiatrici degli uffici, dagli asciugacapelli dei parrucchieri ai grandi impianti di raffreddamento delle fonderie metallurgiche, possono essere definiti “energivori”, perché necessitano, per funzionare, di energia. Tuttavia il termine energivoro è stato coniato specificatamente per definire quei macchinari o quei processi produttivi o quelle aziende (e per estensione i loro settori) che consumano ingenti quantità di elettricità e gas.
Dalla definizione della Treccani:
Energivoro – agg. Che consuma grandi quantità di energia per alimentare la propria produzione.
Dal sito di Garzanti Linguistica:
Energivoro
f. -a; pl.m. -i, f. -e
che consuma energia; in particolare, che ne consuma molta: installare sistemi di riscaldamento meno energivori
Cosa sono le aziende energivore
Il nostro settore, quello della stampa digitale, anche di grande e grandissimo formato, non rientra ufficialmente tra i settori produttivi energivori.
Esistono Linee Guida Ufficiali europee che sanciscono la classificazione delle aziende come energivore.
In particolare dal 1° gennaio 2018, le imprese energivore sono quelle che hanno un consumo medio di energia elettrica pari ad almeno 1 GWh/anno e che operano in uno dei settori dell’allegato 3 delle Linee guida della Commissione Europea 200/01.
Cosa fa Tic Tac per il consumo consapevole di energia
Pur non rientrando strettamente nella classificazione di “azienda energivora”, tuttavia, la nostra responsabilità e il nostro impegno per migliorare l’efficientamento energetico di tutti i processi produttivi aziendali non deve essere minore e non deve passare in secondo piano.
Lavoriamo a stretto contatto con aziende fornitrici (per esempio produttori di carta e materia plastiche) che rientrano a pieno titolo in questa classificazione. E quindi la selezione della nostra filiera diventa ancor più fondamentale di quanto non lo sia sempre stata.
Non solo.
Il nostro grande reparto produttivo basa i propri cicli proprio su macchinari, che possono essere di certo più o meno energivori.
Ed è questo il punto focale: Tic Tac si impegna in un continuo rinnovo del proprio parco macchine, facendo ricerca costante su nuove tecnologie e selezione dei migliori fornitori sul mercato.
Tra i criteri fondamentali di selezione c’è sicuramente l’efficientamento energetico e la riduzione graduale dell’impatto della produzione sul consumo energetico totale.
Gradualmente, il nostro piano di business ci porterà a rinnovare la produzione, eliminando i macchinari energivori a favore di più moderne stampanti di grande formato, efficienti da ogni punto di vista e più razionali nella gestione della richiesta energetica. Mantenendo la consueta qualità di stampa a cui i nostri clienti sono abituati e non dovranno mai rinunciare.
L’ultima stampante entrata in casa Tic Tac permette un risparmio energetico del 42% e un aumento produttivo del 300%
Citiamo l’ultimo macchinario entrato nel parco macchine Tic Tac proprio come caso esemplare di questo processo di efficientamento e razionalizzazione della produzione, che è un cammino complesso e in costante divenire.
Senza annoiarvi con particolari tecnici troppo specifici, sarà importante sottolineare come la sostituzione di una macchina energivora datata con una più moderna e avanzata può davvero impattare positivamente sull’efficientamento energetico dell’azienda, per andare in una direzione virtuosa per noi e per tutti.
Parliamo della new entry nella produzione Tic Tac: la stampante P5 210 della Durst, una soluzione ibrida per la stampa di materiale rigido e in bobina fino a 2,1 m, per cartelloni, poster PVC, espositori.
Raggiunge nella versione High Speed una produttività fino a 500 mq/h e il cambio veloce dei supporti, la facile gestione della manutenzione e la completa sicurezza rendono il processo di stampa molto più efficiente.
Sostituendo la precedente stampante con questa, siamo passati da una potenza impegnata di 22 Kw con produzione annua di 175.680 mq, all’attuale potenza impegnata di 13 Kw con produzione annua di 544.000 mq.
Conclusioni: la forza produttiva è aumentata di più del 300%, con una riduzione del consumo energetico del 41,97%.
Come si raggiungono certi risultati? Con la tecnologia!
Velocizzazione e aumento degli automatismi significano minori tempi morti e attese per terminare la stampa, sostituire i materiali (<60 secondi per la sostituzione automatica dei materiali!) e passare da una fase all’altra della stampa. Non solo.
Le lampade per l’asciugatura della stampa della precedente stampante, ora in disuso e smaltita, implicavano un alto consumo di energia UV. Quelle dell’attuale stampante sono LED e assicurano un grande risparmio energetico.
Attenzione alla certificazione degli inchiostri!
La stampa UV della stampante Durst P5 210 utilizza inoltre inchiostri certificati GreenGuard Gold. Per leggere un approfondimento sui nostri inchiostri certificati, puoi leggere l’articolo dedicato.
Qui ci preme ricordare che la certificazione GreenGuard, di importanza internazionale, viene rilasciata per prodotti (e in questo caso inchiostri) che assicurano un basso rilascio di sostanze chimiche nell’ambiente in cui vengono usati, per ridurre al massimo l’esposizione ad agenti potenzialmente dannosi per le persone che vivono quegli stessi spazi.
La certificazione è rilasciata dall’Organismo di Controllo UL (Underwriters Laboratories) e nella sua versione standard “Greenguard Gold Certification” ha parametri di verifica molto rigidi. Ogni manufatto sottoposto alle rilevazioni, per ottenere l’approvazione, deve infatti rientrare in valori di “bassa emissione” per circa 400 elementi nocivi: dagli ftalati al benzene, dalle ammine aromatiche alla formaldeide.
Una vera garanzia di qualità e attenzione alla salute e all’ambiente.
Ecco cosa intendiamo per percorso virtuoso da intraprendere, passo dopo passo.
Per concludere…
Abbiamo cercato di dare un significato concreto al concetto di “percorso” di efficientamento dei processi produttivi in ottica di sostenibilità e attenzione all’ambiente. Questo è uno dei tanti tasselli che vogliamo portare come esempio.
Torneremo a parlare del nostro impegno per una transizione verso l’ecosostenibilità.
A presto!
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